Blockchain tra consapevolezza, fiducia e casi pratici

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Nel bel contesto della sede di Cefriel, sì è svolta il 23 Giugno 2023 l’assemblea generale annuale della Italian Digital SME Alliance, coalizione facente parte della European DIGITAL SME Alliance, che raccoglie associazioni di categoria e MPMI attive nell’ambito del digitale.

Come ogni anno, la parte pubblica dell’assemblea è consistita in un dibattito su un tema potenzialmente utile per le MPMI digitali. Quest’anno è stato scelto il tema della blockchain, con l’evento intitolato Blockchain: Opportunità e sfide per la digitalizzazione delle PMI.

Una guida per orientarsi

La scelta del tema ha una motivazione specifica: European DIGITAL SME Alliance ha infatti da poco realizzato una guida sulla tecnologia blockchain dedicata alle MPMI. Per renderla utile a tutte le imprese nostrane, la guida è stata tradotta da Italian Digital SME Alliance in italiano.
L’occasione, dunque, è stata propizia sia per presentare la guida, che per interrogarsi sul presente e sul futuro della blockchain per le MPMI italiane.

Nei saluti introduttivi Fabio Massimo, presidente Italian Digital SME Alliance, ha ricordato il ruolo della coalizione come punto di raccordo tra ciò che avviene in Europa sui temi digitali e l’Italia, mentre Sebastiano Toffaletti, segretario generale European DIGITAL SME Alliance, ha parlato di alcune iniziative in corso, tra cui quella sugli standard condivisi blockstand.eu. Infine, Alfonso Fuggetta, AD di Cefriel, ha dato il benvenuto a tutte le persone ospiti.

E’ seguita una presentazione di Daniele Tumietto, innovation manager, che ha collaborato alla stesura della guida. Tumietto ha delineato l’attività dei gruppi tecnici di lavoro della European DIGITAL SME Alliance, che si prefiggono di creare guide e documenti evitando tecnicismi, di modo che le MPMI possano comprendere se una determinata tecnologia sia di loro interesse: l’approccio che ogni azienda dovrebbe seguire parte infatti dall’analisi dei processi in essere, arriva alla definizione di obiettivi di miglioramento, per poi passare alla roadmap e solo in ultimo alla definizione delle tecnologie utili.
Stringendo il fuoco sulla blockchain, Tumietto ne ha ricordato la finalità principale (“Creare fiducia quando non c’è fiducia tra due interlocutori”) e aspetti rilevanti (sicurezza, identità, autenticazione / autorizzazioni, governance). Ha poi richiamato tre concetti chiave: consenso, fiducia e decentralizzazione.
La guida, ha raccontato, nasce dall’analisi di 22 casi d’uso specifici, tra cui anagrafe, materiali, distretti tessili, backdoor di dispositivi informatici. Infine, Tumietto ha introdotto il tema importante dell’armonizzazione e standardizzazione, sia tra paesi europei che con altre realtà come Nord America e Cina.

Più opportunità o più rischi?

Nella prima tavola rotonda, Giulia Zampedri (BD manager per European DIGITAL SME Alliance) ha colloquiato con i rappresentati di alcune aziende italiane che si occupano di blockchain e tecnologie collegate: Camilla Zampella di Bit4ID, Alex D’Elia di Prosume, Chiara Ventura di Blockchain Italia ed Enrico Talin di Commercio.Network.

Le aziende forniscono servizi diversi: si va da identità digitale ed elettronica, a firma/condivisione/archiviazione, alla tokenizzazione (assegnare un bene a chi porta un token), ai bonifici SEPA, alla governance delle Comunità Energetiche Rinnovabili, al voto digitale per le assemblee aziendali, alla notarizzazione. Quando Zampedri ha chiesto notizie su mercato, interesse e sfide prossime, i rappresentanti delle aziende hanno menzionato, tra le alte cose: il portafoglio digitale, i limiti di scalabilità di alcune tipologie di blockchain, la possibilità di condividere solo alcune informazioni (zero knowledge proof), la normativa e la comunicazione verso le MPMI.

Nel secondo panel si sono invece confrontati esponenti di ricerca, mondo accademico, istituzioni e associazioni. Toffaletti ha moderato il dibattito tra Alfonso Fuggetta di Cefriel, Layla Pavone (Coordinatrice Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale Comune di Milano), Silvio Ranise (direttore del Centro FBK per la Cybersecurity e professore di informatica all’università di Trento) e Margherita Leder (COO di TMP Group / Italia 4 Blockchain).

Pavone ha messo al centro tre parole: comprensione, consapevolezza e competenze, sottolineando la necessità di una disseminazione capillare delle conoscenze, come è stato fatto dal Comune di Milano nel caso dello SPID.

Toffaletti ha parlato di una “tecnologia democratica” in quanto le soluzioni basate su blockchain non sono prerogativa esclusiva delle Big Tech. Ranise, dal canto suo, ha fatto notare come il tema della democrazia porti con sé quello della fiducia, e rammentato che per la blockchain si tratta spesso di “fiducia nascosta”: è una tecnologia molto sofisticata, la fiducia è riposta in chi implementa algoritmi e i servizi. Inoltre, la rivoluzione quantistica potrebbe scardinare a tempo zero tutti i meccanismi di sicurezza – è quindi fondamentale che aumenti in tutte le parti coinvolte la consapevolezza.

Leder, dal canto suo, ha messo al centro l’importanza della conversazione tra regolatore e MPMI, ricordando anche come gli avanzamenti tecnologici della blockchain siano condizionati da quelli nelle criptovalute. Per le MPMI, la blockchain può portare sia riduzioni di costi che aumento di fatturato – vanno quindi spiegati i vantaggi senza entrare in tecnicismi, investendo sul re-skilling di chi lavora tramite lo sviluppo di curricula (come l’iniziativa CHAISE) e la creazione di infrastrutture (European Blockchain Services Infrastructure).

Fuggetta ha offerto un approccio positivamente critico: occorre, inanzitutto, chiedersi “A cosa serve?”, non avendo eccessive e premature aspettative, portando evidenze e casistiche. Va infatti ricordato che i livelli di maturità digitale di molte MPMI (e anche grandi aziende) sono assai bassi: mancano la gestione delle configurazioni di prodotto, dei processi e i maturity model. “Quali sono i problemi che la blockchain non farebbe accadere?”, si è domandato, riportando al centro il problema della fiducia: si tratta di un rapporto tra un insieme di soggetti. La tecnologia, per scalare, necessita di pivot (motivazionale, di traino e regolatorio).

E’ emersa quasi all’unanimità la necessità di “fare sistema” e di investire sulla trasparenza per aumentare la fiducia.

La standardizzazione come moltiplicatore

Antonio Grasso (EU policy director di European DIGITAL SME Alliance) ha fornito poi alcuni dettagli sull’iniziativa blockstand.eu, finalizzata a favorire la partecipazione di esperti nelle attività di standardizzazione, che dovranno rispecchiare i valori e gli obiettivi strategici della EU.

Dopo aver portato il saluto del ministro del MIMIT Adolfo Urso, il presidente di Italian Digital SME Alliance Fabio Massimo ha richiamato le differenze di attitudine verso la blockchain emerse nei due tavoli, constatando anche come le associazioni digitali siano naturalmente molto più coinvolte e trascinate in questo tipo di novità, a differenza di quelle che rappresentano settori tradizionali, che scontano una fatica maggiore.

Al termine dell’incontro, Fuggetta e alcuni collaboratori hanno guidato i partecipanti nell’area dimostrativa del complesso alla scoperta di alcuni progetti di ricerca e sviluppo intrapresi da Cefriel. A seguire si è tenuto il Consiglio Generale di Italian Digital SME Alliance.

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